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Napolislam | Brani dagli scritti degli studenti

Napolislam è un documentario che, mostrando le vite di alcuni italiani di Napoli convertitisi alla religione islamica, presenta una situazione poco nota. Il film fa comprendere come le persone di religione islamica arrivate in Italia siano riuscite a portare con loro tradizioni che cercano di fare conoscere e apprezzare anche al popolo italiano. Inoltre, moltissimi italiani si sono convertiti all’Islam, un cambiamento che è stato accettato in modi diversi dalle varie famiglie: non sempre questi cambiamenti vengono accettati completamente. L’intreccio delle varie storie narrate in Napolislam dà una visione ampia per comprendere al meglio tale situazione. (Emilia Abellonio, Liceo Statale “Aprosio”, Ventimiglia)

Napolislam è un documentario singolare che richiede di prestare attenzione e ascoltare, soprattutto, con atteggiamento umile. Il documentario è girato in una Napoli viva, colma di sentimenti e passioni ardenti e veraci. Tramite i suoi occhi, Ernesto Pagano, regista del film, fa conoscere a noi spettatori i dieci protagonisti che nel corso della loro vita hanno abbracciato la fede islamica. Ognuno racconta la propria storia, chi seduto su una sedia in cucina, chi al bancone di un bar e chi al posto di guida all'interno di un taxi. Tutti sono ripresi in primo piano dalla telecamera che il regista stesso tiene a mano. Dal ragazzo disoccupato e deluso dalla politica odierna alla ragazza innamorata di un algerino, dal padre di famiglia a un giovane rapper, il film ritrae persone differenti tra loro ma accomunate dal desiderio, quasi dall’ossessione, di trovare una via alla rivalsa tramite la spiritualità, alla quale arrivano attraverso il Corano, che loro identificano come guida necessaria e giusta. Ritengo che ognuno di noi debba aver la possibilità di prendere visione di quest'opera, in quanto per la prima volta, dopo un lungo periodo buio, la fede islamica è rivalutata, raccontata non come qualcosa di negativo ma al contrario come possibile strumento di rivalsa politica e sociale. (Elena Rambaldi, Liceo Statale “Aprosio”, Ventimiglia)